“I contributi che i giovani possono fornire all’agricoltura cuneese e regionale sono un elemento di innovazione e creatività che la Cia di Cuneo intende valorizzare ed è per questo che da tempo segnala all’assessorato regionale all’agricoltura l’importanza di destinare il massimo delle risorse sui giovani in quanto ogni euro investito su di loro ha una ricaduta positiva per l’intera collettività”. E’ quanto ha ricordato Silvano Bruna, responsabile dell’AGIA, l’associazione dei giovani imprenditori della Cia cuneese, in occasione dell’inaugurazione a Cuneo di una nuova impresa condotta da giovani, opera resa possibile grazie ai fondi del Piano per lo sviluppo rurale destinato all’ammodernamento di aziende agricole.
“La realtà, confermata dai dati statistici- ha ribadito nel suo intervento il responsabile Agia –purtroppo presenta ancora un quadro tragico della mancanza di lavoro nel nostro Paese, in particolare per i giovani, in tutte le Regioni. Se da una parte sono utili le risultanze delle indagini, dall’altra viene spontaneo rilevare che di fronte a questi dati è necessario riflettere ma non solo, occorre anche agire. Se il settore agricolo evidenzia con orgoglio che dall’agricoltura può venire una concreta speranza di presente e di futuro, è indispensabile ed urgente prevedere ulteriori risorse e norme di sostegno allo sforzo dei giovani impegnati sia nel ricambio generazionale che nell’avvio di nuove imprese, riservando, ovviamente, l’accesso ai finanziamenti ed alle agevolazioni solo per chi decida di svolgere attività agricola come prospettiva per la sua vita, con filtri per evitare speculazioni di qualsiasi tipo”.
Nelle sedi zonali della Cia a Cuneo, Alba, Fossano, Mondovì e Saluzzo i tecnici hanno compilato numerose domande di premio di insediamento e di investimenti per l’avvio dell’attività o l’ammodernamento aziendale per una maggior competitività e vitalità dell’impresa. L’elemento che è balzato subito all’attenzione dei compilatori è il dato che nelle aziende dei giovani si investe molto sul biologico, sugli agriturismi, si è più attenti alle fonti rinnovabili e propensi alla filiera corta. “Insomma – ha sottolineato Silvano Bruna – i giovani prefigurano una bella agricoltura, anche se, parlando con loro, essi denunciano molte barriere per lo svolgimento della loro attività: pregiudizi culturali, prezzi speculativi del terreno, redditi instabili ed eccessiva burocrazia. Tutto vero, purtroppo. Ma questi giovani stanno dimostrando, nei progetti che hanno presentato nelle domande PSR, di essere animati dalla volontà di diventare protagonisti nel nuovo contesto in cui vanno ad inserirsi, ad immaginare il loro futuro come operatori in un’agricoltura riconosciuta non solo per il suo tradizionale ruolo di produzione alimentare, ma anche per tutto ciò che direttamente o indirettamente essa esprime in termini di bene pubblico, ossia l’agricoltura che è paesaggio, è identità territoriale, è equilibrio ambientale e idrogeologico. Si tratta di obiettivi ambiziosi nei quali, però, i giovani agricoltori credono con fermezza. Alla Regione chiediamo un segnale forte che incoraggi le imprese giovani che vogliono presentare ancora domanda di sostegno, ma non possono più accedervi tramite i benefici del PSR, destinando nuove, adeguate risorse”.