Domenica 16 e lunedì 17, si è svolto l’ultimo evento di festa dell’anno che caratterizza le eccellenze del cuneese e del monregalese. Tra più di 4.000 splendidi capponi, galli e galline, presentati come di consuetudine vuole sotto il “pelerin”, l’associato Cia Cuneo Enrico Ravera si è portato a casa il primo premio speciale (medaglia d’oro 24 mm e attestato).
La pluripremiata azienda agricola di frazione Riforano, anche per il 2018 aggiunge un nuovo riconoscimento alla lunga collezione che comprova la passione e la dedizione per un’attività che si esaurisce in questo periodo natalizio.
La costituzione dle consorzio del Cappone di Morozzo, primo presidio Slow Food, fondato su indicazione di Carlin Petrini, diede la possibilità a tanti allevatori morozzesi di veder riconosciuto il loro “particolare” prodotto di nicchia. “L’allevamento del cappone per noi – spiega Ravera – significa passione e tradizione che permette, se tutto va bene, di portare a casa come la chimiamo noi ‘la tredicesima’ dei coltivatori. Da secoli i nostri avi si sono adoperati in tal modo, sostenendo le proprie famiglie con il ricato extra ottenuto solo in questo particolare periodo dell’anno oppure donando in segno i riconoscenza una coppia di capponi a qualche personaggio illustra per sdebitarsi, ricordate l’avvocato Azzeccagarbugli manzoniano? L’investimento iniziale non garantisce di portare a termine il ciclo di vita completo del volatile in quanto durante il percorso di sviluppo, dopo l’avvenuta castrazione chirurgica, subentrano numerosi fattori come malattie, animali predatori o altro. Ecco perché senza Carlin l’antica pratica sarebbe destinata a perdersi. I nostri capponi, dal piumaggio lucente e variopinto, sinonimo di buono stato di salute, dalla piccola testa gialla priva di cresta e di bargigli, dalle zampe color giallo-arancione, la pelle giallo paglierino dal peso variabile tra i 2 e i 3 kg, sono allevati a terra ed alimentati con prodotti esclusivamente vegetali coltivati nella nostra azienda”.
Sinonimo imprescindibile di garanzia che attesta il cappone è il vero Cappone di Morozzo allevato seguendo modi e tempi del disciplinare è l’anello identificativo apposto dal Consorzio con il nome del produttore che ne garantisce la tracciabilità della filiera. “Anche per il 2018 tutti i Capponi di Morozzo – conclude la presidente del consorzio Giovanna Mellano – sono già andati esauriti ancora prima della premiazione e questo è un segno che gli allevatori stanno lavorando bene. Nel caso di Ravera, come in ogno fiera non sbaglia un colpo grazie alla passione e all’ambizione che ci mette nella cura dei suoi capponi ed è proprio grazie agli come lui che è ancora possibile preservare un’attività ‘di nicchia’ svolta più per diletto che per rendita effettiva”.