La ricomparsa di alcuni focolai di cinipide del castagno nel Monregalese e nell’Alta Langa di Cortemilia ha allarmato i proprietari dei boschi, ma dalla Cia e dalla Regione Piemonte arrivano ampie rassicurazioni. “La situazione è sotto controllo, si tratta solo di episodi sporadici che è bene segnalare, ma che non destano alcuna preoccupazione” spiega Marco Bellone, vice presidente di Cia Cuneo.
E aggiunge: “Il tecnico della Regione Giovanni Bosio ha effettuato vari sopralluoghi e ha confermato che non c’è alcun motivo di allarme. Il cinipide è ancora presente nei castagneti, ma è sostanzialmente inattivo”. Se si nota la presenza di alcune galle, il consiglio è di non rimuoverle, perché il rischio è quello di uccidere anche l’insetto antagonista, ovvero il Torymus sinensis. “Noi continueremo con l’opera di monitoraggio, ma senza destare particolari preoccupazioni”.
Il cinipide galligeno del castagno è ormai tristemente conosciuto dai castanicoltori piemontesi. Introdotto accidentalmente in provincia di Cuneo sul finire degli anni ’90 e segnalato per la prima volta dal Settore Fitosanitario regionale nel 2002, ha confermato di meritare la fama di insetto più nocivo per il castagno a livello mondiale. Questo imenottero, originario delle Cina, è infatti in grado non solo di ridurre fortemente la produzione di frutti ma anche di compromettere la sopravvivenza stessa degli alberi, a causa della riduzione progressiva dell’attività fotosintetica determinata dallo sviluppo delle galle, con la comparsa di disseccamenti sempre più estesi.
Per limitarne la diffusione la Regione Piemonte ha intrapreso una serie di iniziative volte sia a informare gli operatori del settore castanicolo della comparsa di questo parassita, sia al controllo dell’attività vivaistica, per evitare la commercializzazione di piante infestate; ma l’iniziativa più importante ai fini della limitazione dell’infestazione è senza dubbio la lotta biologica. In collaborazione con il DIVAPRA (ora DISAFA) dell’Università di Torino, a partire dal 2005, è stato introdotto nell’ambiente castanicolo piemontese un parassitoide, Torymus sinensis, specifico limitatore naturale del cinipide.
A distanza di alcuni anni dalla sua introduzione il Torymus sinensis sta confermando la sua elevata efficacia, con il raggiungimento di percentuali di parassitizzazione elevate, oltre il 90%, che determinano il crollo della formazione di nuove galle in primavera e quindi l’azzeramento dei possibili danni. Il controllo biologico è ormai raggiunto in gran parte della provincia di Cuneo e nell’arco di un paio d’anni interesserà la maggioranza delle selve castanili piemontesi, con effetti positivi sullo stato vegetativo degli alberi e sulla produzione di castagne.