Livio Pautassi,responsabile regionale GIE frutta della Cia piemontese, traccia un primo bilancio della campagna frutticola estiva 2016.
“Registriamo per la frutta estiva 2016 una situazione generale buona per l’intero comparto, con
quotazioni interessanti, soprattutto se le si confronta con le ultime tre campagne quando si sono conseguiti prezzi che non hanno remunerato i costi di produzione. Per quanto riguarda le albicocche l’offerta ha incontrato una domanda interna ed estera vivace il che ha consentito una agevole collocazione del prodotto sul mercato ed un discreto ritorno di prezzo. Analoga la situazione per le susine varietà Angeleno, diffusa in Piemonte, anche se con una produzione bassa rispetto ai volumi previsti, in virtù di un livello qualitativo piuttosto soddisfacente soprattutto per i calibri più sostenuti. Per quanto riguarda le pesche e le nettarine il prodotto ha mantenuto, per l’intero periodo, un positivo profilo qualitativo, con una domanda abbastanza sostenuta. L’andamento climatico stagionale, soprattutto in agosto, si è mantenuto buono pur se, in talune zone della nostra regione, la grandine è caduta violenta più di una volta. Certo la produzione di qualità, che ha caratterizzato buona parte delle produzioni frutticole estive, ha incontrato i favori del mercato dimostrando, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che essa resta l’elemento su cui, principalmente, si gioca il futuro della nostra frutta. Non dobbiamo, comunque, sottacere che abbiamo assistito ad una minor pressione di pesche e nettarine provenienti dalla Spagna stante la riduzione produttiva del 30% in quella nazione. Per riuscire a mantenere questo status positivo è indispensabile riuscire ad essere competitivi e, sui costi di produzione, al momento riusciamo ad esserlo solo con i francesi mentre soccombiamo con spagnoli e greci. Il prof. Fideghelli, massimo esperto nazionale di frutticoltura, individua alcuni punti di debolezza del nostro comparto: eccessivo numero di varietà coltivate ( non meno di 500) con mancanza di indicazioni sulle caratteristiche organolettiche ( pesche o nettarine, polpa gialla o polpa bianca) da fornire ai consumatori e la assenza di un catasto sugli impianti esistenti (per tipo di cultivar, tipologia e calendario di maturazione) per predisporre una seria strategia di programmazione nazionale. Un percorso indispensabile se vogliamo raggiungere nuovi mercati e per offrire a consumatori internazionali un prodotto appetibile sotto l’aspetto della qualità, bontà, salubrità e genuinità”