“Raineri vini” è una fresca e dinamica azienda che ha da poco inaugurato la propria cantina a Novello, nelle Langhe.
Gianmatteo Raineri e Fabrizio Giraudo hanno incominciato la loro avventura con la produzione di Dolcetto di Dogliani e, in un secondo momento, di Barbera d’Alba. Visti gli ottimi risultati incominciano a produrre Barolo nel 2006 e nel 2011, con l’ingresso in azienda di Luciano Racca e la sua preziosa esperienza internazionale, c’è un’ulteriore crescita molto significativa, che porta il progetto a diventare sempre più importante.
Grazie al contributo di Luciano Racca abbiamo avuto modo di fare un piccolo approfondimento su questa giovane azienda.
L’azienda si suddivide in un ettaro circa di vigna nel “Cru Cornole” a Farigliano per il Dogliani, e due ettari circa a Perno di Monforte per i Barolo, Langhe Nebbiolo e Barbera d’Alba. La cantina si trova in Panerole di Novello, collina fantastica per locazione e conformazione, con un potenziale incredibile ancora completamente sconosciuto.
“Siamo una realtà giovane, ma essendo nati e cresciuti tra i vigneti della Langa vantiamo una certa esperienza dimostrata dalla qualità offerta nei nostri vini. Questo a detta dei nostri clienti nel mondo, orgogliosi di poter rappresentare un’azienda giovane, con basi solide nella tradizione del territorio e con le idee chiare”.
Che il vino di qualità si faccia in vigna e non in cantina ormai lo sanno tutti: Lo si dice da decenni e lo si conferma di anno in anno. Raineri sposa appieno questa filosofia.
“Seguiamo la vigna quotidianamente in maniera sostenibile: dalla potatura alla vendemmia i lavori sulle viti sono fatti esclusivamente a mano, si zappa l’interfilare, si usano solo rame e zolfo, divieto assoluto ai diserbanti. Solo nel caso in cui le condizioni atmosferiche non siano ottimali interveniamo con prodotti adatti a salvare la stagione”.
In cantina si lavora con rovere francese di diversi tipi a seconda della tipologia di vino, con botti che arrivano fino ai 10 anni di età. La caratteristica fondamentale dei vini Raineri è la tipicità sia del vitigno che della zona: Solo l’uso sapiente dei legni giusti valorizza questa qualità, con assaggi quotidiani direttamente dalle botti per seguire l’evoluzione dell’invecchiamento.
L’azienda controlla tutta la filiera: dalla produzione alla comunicazione ed, ovviamente, alla vendita. I tre soci hanno ruoli diversi. Mentre Gianmatteo e Fabrizio seguono vigneto, cantina e mercato italiano, Luciano si occupa di promozione e vendita nel mondo. Il mercato globale è molto diverso da quello nazionale e richiede molta più attenzione. Per questo motivo Luciano vive negli Stati Uniti lavorando molto sulla comunicazione diretta con gli importatori, i distributori ed i consumatori finali. “Dedicarsi completamente al lavoro in vigna e cantina per produrre il meglio sarebbe vano se poi non si riesce a comunicare nella giusta maniera con tutta la filiera. Dopo decenni di grandi evoluzioni (qualità del vino assoluta, ospitalità offerta ai turisti sempre più numerosi cresciuta in maniera esponenziale, diventare patrimonio dell’UNESCO, etc) ci rendiamo conto che si è lavorato benissimo nel mantenimento del territorio e nella sua valorizzazione interna, ma è stato fatto ancora troppo poco per la valorizzazione all’estero”.
Ci sono diversi consorzi di competenza tutti dediti ad aiutare i produttori a crearsi un nome nel mondo, ma quello che in realtà succede è che l’aiuto offerto è di natura principalmente economica. Praticamente ti dicono “vai, sii promotore del territorio con il tuo vino e quando torni ti rimborsiamo una parte delle spese”. Il risultato è che ci ritroviamo produttori in giro per il mondo che non parlano assolutamente l’inglese e che fanno assaggiare il vino della propria azienda: provate a chiedere ad un abitante di Dallas in Texas che ha assaggiato il barolo (e gli è piaciuto tanto da comprarsi la bottiglia) se sa da dove viene, e lui vi risponderà che non sa cosa sia il barolo, ma si ricorda di aver assaggiato e comprato il vino di Pinco Pallino… Le istituzioni dovrebbero investire direttamente all’estero con una campagna di comunicazione seria, fatta da Italiani veri come fa Luciano nel suo piccolo.
“La nostra filosofia ha le basi solide nel territorio: il rispetto della tradizione nella vita contemporanea, con gli occhi aperti al futuro. Oggi non si può far nulla per caso, sperando che domani serva a qualcosa: Tutto va ponderato e fatto per un motivo preciso, avendo un’idea chiara della strada da percorrere per raggiungere un traguardo. Il nostro obiettivo è fare vino che sia apprezzato e riconosciuto nel mondo. Posso dire che siamo sulla strada giusta, anche se il traguardo è a decenni di distanza!”.