Importante intervento del Governo a sostegno degli allevatori da carne
EMANATO IL DECRETO ATTUATIVO DEL SISTEMA DI QUALITA’ NAZIONALE ZOOTECNIA
“Una tappa molto importante del processo di costruzione del Piano carni bovine nazionale”- dichiara Silvestro Renato, responsabile GIE zootecnia della Cia, che abbiamo intervistato.
Il comparto zootecnico bovino da carne sta attraversando un serio momento di difficoltà. Quali le cause?
I consumi di carne bovina hanno registrato negli ultimi 12 mesi una riduzione del 6%, un trend negativo che dura da anni, dovuto in parte dalla crisi economica generale ma che si è acuito di recente per gli attacchi al settore da trasmissioni televisive in prima serata che tendono a criminalizzare il sistema di allevamento spingendo i consumatori verso diete vegetariane malgrado in Italia il consumo medio di carne bovina (350 grammi/settimana pro-capite) sia nettamente inferiore ai quantitativi massimi raccomandati dai più importanti organismi scientifici. Ma certamente causa non secondaria è la concorrenza della carne estera che arriva, in forma anonima, in Italia a prezzi decisamente più bassi dei costi di produzione della nostra, approfittando della scarsa informazione di settore. Un dato significativo: in 4 anni le importazioni di carne dalla Polonia sono aumentate del 63%. Il calo dei consumi, quindi, è avvenuto tutto a scapito della produzione nazionale. Per tentare di reggere la concorrenza gli allevatori italiani perdono, per ogni capo venduto, da 20 a 30 centesimi al chilo, e non da pochi anni.
Quali soluzioni la Cia ha individuato e segnalato alle autorità competenti?
Come Cia abbiamo chiesto da tempo al Governo di mettere in campo diverse soluzioni, quali la riduzione del carico fiscale, minori oneri burocratici, revisione dei prezzi all’ingrosso, misure indispensabili per cercare di alleviare le difficoltà degli allevatori e rendere il quadro futuro meno incerto.
In più occasioni abbiamo ricordato che in Francia si è mosso lo stesso presidente della Repubblica Francois Hollande lanciando l’appello a mangiare “viande de France” ed adottando interventi a favore degli allevatori. I nostro Paese non può restare a guardare; se vogliamo contenere la già agguerrita concorrenza dei “cugini” francesi è urgente un Piano straordinario anche in Italia affinché a pagarne le conseguenze non siano ancora una volta i nostri allevatori.
E’ giunta in questi giorni la notizia dell’emanazione da parte del Governo italiano del decreto attuativo del Sistema di qualità nazionale zootecnia. Quale il tuo commento?
Esprimo la più viva soddisfazione per l’emanazione del decreto che rappresenta un primo e fondamentale tassello per dare un nome alla carne bovina prodotta in Italia. Sono anni che il mondo degli allevatori chiede uno strumento per far distinguere al consumatore la carne prodotta in Italia da quella che arriva dall’estero. Certo questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più lungo percorso che, come prossimi passaggi, vedrà la costituzione del Consorzio di Tutela , valorizzazione e promozione “Sigillo Italiano” e l’avvio dell’interprofessione, costituita da Assocarni, Legacoop e Confcooperative, che era ferma dal 2009 proprio per la mancanza del Sistema di Qualità. Ora spero vivamente che con questo decreto altri disciplinari di produzione possano aggiungersi, oltre i bovini. Penso agli altri settori zootecnici da carne in crisi da tempo come quello dei suini, dei conigli e degli ovicaprini.
A seguito dell’emanazione del decreto cosa devono fare gli allevatori?
Fortunatamente in questi giorni la Regione Piemonte ha concesso la proroga della scadenza di presentazione delle domande alla Misura 3.1.1 del PSR “Sostegno alla nuova adesione ai regimi di qualità”, un prezioso intervento che darà la possibilità, agli allevatori che aderiranno al Sistema di qualità nazionale zootecnia, di ricevere un contributo a copertura dei costi di certificazione che dovranno sostenere. Mi unisco alle espressioni del presidente dell’Asprocarne Piemonte, Roberto Buratto, che ha ringraziato l’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte, ed in particolare l’Assessore Giorgio Ferrero, per aver dato la possibilità agli allevatori di non doversi far carico per intero dei costi che il sistema genererà. Per conoscere più in dettaglio la normativa e per l’adesione all’SQN gli allevatori sono invitati a rivolgersi alle sedi zonali della Cia di Cuneo.