GIACOMO BARBERO, GIOVANE PRESIDENTE CIA ZONA DI ALBA, HA RAPPRESENTATO IL TERRITORIO NEL PROGETTO IN COLLABORAZIONE CON COLLISIONI
Il progetto si chiama Indigena.
Obiettivo: far conoscere al pubblico internazionale i vitigni autoctoni e i vini caratteristici piemontesi e italiani.
Con una prima missione compiuta grazie all’associazione Piedmont Good Wines, costituita dalla Cia di Cuneo insieme con il Progetto Vino & Food del festival Collisioni, in trasferta il 4 e 5 marzo a Bruxelles per inaugurare un nuovo programma di incontri dedicati alla didattica, sotto la direzione creativa dello scrittore ed esperto Ian D’Agata.
Tra i protagonisti della prima tappa, in collaborazione anche con il Consorzio Barbera d’Asti, il più giovane presidente zonale Cia, Giacomo Barbero dell’omonima azienda di Canale, alla guida della zona di Alba per la Confederazione, appassionato viticoltore e produttore che ha portato in degustazione per la masterclass internazionale la sua prima Barbera d’Alba, il suo Roero Arneis 2016 e la sua Favorita, al debutto quest’anno dopo la prima vendemmia.
«Un evento davvero interessante – commenta Barbero -, in cui con altri produttori roerini e di Langa ci siamo confrontati con il pubblico proponendo un focus sul vitigno Nebbiolo e altri assaggi, in una batteria di vini molto apprezzata, sottolineando in particolare gli aromi e le specificità del suolo e delle condizioni climatiche delle nostre colline».
Ventotto anni, tanto studio sulle spalle ed entusiasmo da vendere, dopo essersi laureato in Economia indirizzo Finanza, Giacomo Barbero comincia la sua avventura nel 2015 affittando un primo vigneto tra le colline di Vezza d’Alba.
«Durante gli anni delle scuole superiori e dell’università ho però sempre lavorato, in estate, in un’azienda vinicola di Canale – racconta Barbero -. La terra è stata sempre un richiamo per me, credo sia nel mio Dna, forse anche per via delle mia eredità familiare, di cui io sono la quarta generazione.
Mio bisnonno Giorgio cominciò a coltivare le sue uve sui pendii delle colline di San Grato di Valpone e Montorino, sopra quella che un giorno sarebbe diventata la Barbero spa (poi Campari ndr), in cui hanno lavorato mio nonno Alfredo e poi mio padre, come direttore commerciale Italia settore vini».
Usando il suo know-how e con tanta intraprendenza, la terra coltivata da Giacomo aumenta, aggiungendo altri appezzamenti, e nel futuro immediato c’è una cantina tutta sua.
«Sto lavorando al mio progetto in frazione San Defendente di Canale – continua Barbero –.
Al momento produco con il mio nome quattro etichette, Langhe Favorita, Roero Arneis, Barbera d’Alba e Langhe Nebbiolo, attraverso una vinificazione solo in vasche d’acciaio per conservare integralmente i sentori autoctoni varietali.
Il mio intento è quello di proporre vini che rappresentino al meglio le caratteristiche della mia terra impegnandomi anche a farlo con
l’ausilio di fonti di energia rinnovabile e, con il tempo, con tecniche sempre meno impattanti per l’ecosistema.
Mi piacerebbe tra qualche anno investire anche sul turismo».