ASSESSORE, DIA UNA MANO AI GIOVANI DI MONTAGNA A “TOGLIERE LA CASTAGNE DAL FUOCO”!
La Cia di Cuneo fa appello all’assessore regionale Valmaggia
“Ancora una volta, recentemente, il Gruppo di Azione Locale delle Valli Gesso, Vermenagna e Pesio- comunica il direttore della Cia di Cuneo, Igor Varrone – nelle sue osservazioni al Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Piemonte, ha definito la strategia di sviluppo efficace per il territorio di competenza. Il documento dà ampia importanza ad uno dei comparti più importanti dell’economia delle tre valli, quello della castanicoltura che è stata la protagonista indiscussa dei ritmi di vita nelle nostre montagne. La Cia di Cuneo ritiene che la castagna delle valli cuneesi, che sta conoscendo la fine dell’emergenza cinipide, meriti una particolare attenzione da parte dell’Ente Regione a cominciare dall’adozione di specifiche misure nell’attuale PSR. La Cia è fermamente convinta che la nostra castanicoltura possa nuovamente aspirare ad un futuro promettente e prospero, a condizione che si mettano in campo volontà tese ad una rinascita e ad una riqualificazione del prodotto, in tutte le sue declinazioni d’utilizzo.
Per questo ci siamo sentiti in dovere di sollecitare il Governo regionale e, soprattutto l’assessore regionale alla montagna, perché siano accolte le osservazioni del Gal consentendo agli operatori, a partire dai giovani castanicoltori, di coltivare la chance di una possibile rinascita del comparto. Conosciamo ed apprezziamo l’attenzione all’argomento e l’impegno del prof. Valmaggia a sostegno della gente di montagna, per cui restiamo fiduciosi che vorrà garantire le soluzioni più adatte al rilancio della castanicoltura cuneese”.
Cuneo, li 16 settembre 2016
All’assessore regionale alla Montagna
Prof. Alberto Valmaggia
Gent.mo Assessore,
il panorama del comparto “frutta in guscio” sta evidenziando il ricco potenziale produttivo ed economico esistente in provincia di Cuneo, in particolare per quello corilicolo e castanicolo. Pur con differenze non di poco conto: la nocciola conosce anni di particolare vivacità, espansione, dà soddisfazioni reddituali ai produttori, insomma gode di ottima salute e merita le debite attenzioni delle istituzioni regionali e provinciali per garantire ulteriori positive prospettive. Diversa la situazione per la castagna pur se nella Granda è tornata a caratterizzarsi per una eccellente qualità. Resta, però, un grande potenziale su cui non si sono indirizzati a sufficienza le attenzioni del mondo istituzionale anche se le vallate cuneesi potrebbero, con la coltura castanicola, tornare ad assumere un ruolo ed un peso economico rilevante nel contesto nazionale. La Cia di Cuneo da anni segnala al Governo della Regione che la produzione di castagne non rappresenta solo una risorsa economica bensì anche un importante strumento di promozione delle tradizioni locali, del turismo, dell’ambiente e del paesaggio, con peculiarità uniche a livello nazionale. Il settore, purtroppo, non è sufficientemente messo in condizione di influenzare positivamente la nostra economia agricola. Pur disponendo di un marchio Igp, il comparto sta scontando, nei fatti, una scarsa applicazione della tracciabilità del prodotto e la sua conseguente chiara individuazione sul mercato che, soprattutto nella Grande Distribuzione, conosce la diffusa collocazione di castagne provenienti sia da altri paesi Europei che extra, spesso fatte passare per produzione cuneese. La conseguenza è duplice: da una parte la presenza di castagne di scadente qualità, a danno delle nostre e, dall’altra, l’automatica soccombenza, nella competizione sui prezzi, con prodotti di Paesi in cui la manodopera è pagata a livelli di terzo mondo.
Il quadro, attuale e prospettico, effettuato dal Gruppo di AZIONE Locale Valli Gesso Vermenagna e Pesio segnala la preoccupazione dei castanicoltori e richiede alle istituzioni, a cominciare da quella regionale, la modulazione di misure di intervento per ridare nuova linfa e slancio alla produzione di casa nostra tutelandone maggiormente la tipicità e la caratterizzazione territoriale. “ Permane – scrive il Gal – la criticità dei boschi caratterizzati dalla presenza di piante morte, in piedi, con evidenti problemi dal punto di vista paesaggistico ma anche di assetto idrogeologico e rischio incendio….. La maggior parte delle superfici non sono più sottoposte alle colture annuali ed in breve tempo perdono le caratteristiche di produttività…. Necessaria l’incentivazione di azioni di ricomposizione fondiaria volte alla gestione attiva dei castagneti da frutto, interventi di miglioramento dell’accessibilità con mezzi meccanizzati, cure colturali. Indispensabile sostenere investimenti realizzati dagli agricoltori per favorire la ripresa della filiera del castagno, la dotazione di macchine per la raccolta, la produzione di paleria, ecc..”.
In questo momento storico la castanicoltura cuneese, messa a dura prova nel recentissimo passato dalle infestazioni del cinipide galligeno, può godere di un vantaggio competitivo rispetto ad altre regioni che stanno conoscendo il dryocosmus kuriphilus con le micidiali galle che affossano la produzione. Molti giovani nelle vallate cuneesi manifestano interesse per la castanicoltura, il che rappresenta la più importante garanzia per il futuro del comparto.
Si tratta di opportunità che sollecitano rapidi interventi che sappiano sfruttare queste potenzialità.
Facciamo appello a Lei ed all’istituzione che rappresenta per una meritata e giusta valorizzazione di un “prodotto immagine” del nostro territorio.
Con l’occasione voglia gradire i più cordiali saluti.
Marco Bellone
Responsabile settore castanicolo Cia Cuneo